Gaia, Mario, Martina, Andrea: scendete in campo #oratoccanoi

Gaia, Mario, Martina, Andrea: scendete in campo #oratoccanoi

I giovani e la politica? Delusi, arrabbiati, indifferenti, sfiduciati. Così li descrive stamattina il quotidiano “La Repubblica” nelle sue pagine dedicate alle comunali di Napoli. Sentimenti, intanto, che negli ultimi anni siamo abituati a veder crescere sempre di più. Il quadro è drammatico e in parte deriva anche dalla  mancanza di informazione e conoscenza delle “regole del gioco”.

Tuttavia, forse, la suddetta disinformazione è anche conseguenza del disinteresse e del disgusto che una certa politica suscita nei ragazzi.  Insomma, il mondo giovanile è lontano dai partiti, dai palazzi e dalle istituzioni o forse, prima ancora, è la politica dei palazzi ad essere distante anni luce dal mondo giovanile.

Eppure l’esperienza mi insegna che molti di questi giovani fanno politica a loro insaputa. Quanti di loro sono impegnati nell’associazionismo o, ad esempio, hanno avuto un’esperienza di servizio civile, di volontariato, magari all’estero, per poi tornare nel quotidiano a declinare quei valori appresi e condivisi in queste esperienze di servizio al prossimo? Ne immagino tantissimi. E cosa è, o dovrebbe essere, la politica se non il mettersi al servizio degli altri, interpretando un universo di valori condiviso con altri che con noi vogliono portare benessere, prosperità e cambiamento?

La politica non è una sigla di partito e non è un brand commerciale. Mi rendo conto che questi ragazzi, interpellati su chi preferissero tra De Magistris e Bassolino come sindaco di Napoli abbiano avuto un momento di sconforto davanti al cronista. Il quadro è desolante ed anche per questo il centrodestra sta lavorando seriamente per offrire una alternativa vera alla nostra città. Tuttavia, il tenore delle risposte di alcuni dei ragazzi intervistati mi spinge ad alcune considerazioni che spero arrivino anche a loro.

I ragazzi di Napoli comparsi nell'intervista di oggi su Repubblica
I ragazzi di Napoli comparsi nell’intervista di oggi su Repubblica

Quando, dopo anni di militanza nel movimento giovanile del PdL e di Forza Italia, ho raccolto la sfida della candidatura regionale, insieme ai tanti giovani che mi sostenevano, si è deciso di comunicare con l’hashtag “Ora tocca a noi”, non è stata una scelta a caso. Abbiamo voluto dare una spinta ideale, precisa, allo spirito della nostra “impresa”, comunicando quel cambio di passo, anche e soprattutto generazionale, che sicuramente i giovani intervistati da Repubblica nel loro intimo sentono come un’esigenza, nonostante la marcata distanza dalla politica dei palazzi. Abbiamo voluto dare il senso del cambiamento, non attraverso la mera e buona intenzione del ricambio generazionale, ma comunicando che il cambiamento è possibile davvero solo attraverso il protagonismo generazionale. Non possiamo permetterci il lusso di criticare la politica e vivere alla giornata, magari senza andare più a votare, perché “tanto non cambia nulla”.  E’ una strada senza via di uscite, una posizione forse comoda, ma senza un senso.

Ai miei coetanei e a chi è più giovane di me dico di entrare nei partiti, nei movimenti, nei palazzi e di trasformare subito la loro rassegnazione in voglia di riscatto, passione e impegno per sé, per la propria famiglia, per la propria terra. Dico di invadere la politica con la forza e le energie di quelle idee che solo le nuove generazioni possono dare. Io, per quanto posso, sono a disposizione, domani a Terzigno, con tanti amici saremo all’Hotel Imperiale, per rinnovare la sfida al futuro su giovani, politica ed etica. La politica, quella alta che rifiuta il malaffare e guarda ai bisogni della propria gente tutelandone innanzitutto i diritti, è l’arte del donarsi, di seguire i buoni esempi, per essere esempio e dare nuovi frutti.

La politica non può e non deve restare nelle mani di pochi, sempre gli stessi, i soliti noti. Vale per Napoli, per la Campania e per l’Italia intera. Io ci sono e fiducioso mi aspetto di essere in buona e nutrita compagnia. #oratoccanoi

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