Il presidente dell’Inps Tito Boeri negli ultimi giorni ha avvisato i giovani italiani, soprattutto quelli nati negli anni ’80, che non andranno in pensione prima dei 75 anni! Il sussulto comune delle nuove generazioni è che più che pensare alla pensione loro vorrebbero lavorare!!! Ecco il vero dilemma, la vera piaga della nostra Italia: la mancanza di lavoro per i giovani. Flessibilità e Jobs Act non sono altro che tranelli per giovani, e non hanno fatto altro che sottrarre lavoro e opportunità.
Le parole di Boeri fanno innervosire il governo Renzi perché con dati alla mano e non con qualche mediatica slide si racconta la realtà lavorativa italiana. Secondo uno studio fatto dal numero uno dell’Inps con il collega Pietro Garibaldi e riportato stamane in esclusiva da La Stampa, la condizione lavorativa è davvero al tracollo.
“Lo studio prende in considerazione – come riportato da La Stampa – circa ottantamila imprese sopra i 15 dipendenti attive fra il 2008 e il 2014 e analizza quanti lavoratori sono rimasti bloccati dalla riforma (Fornero), settore per settore. Se la Monti-Fornero ha allungato la vita lavorativa a novantamila lavoratori più anziani, ha bruciato le opportunità di 36.745 giovani, il 22 per cento di tutti i posti persi fra il 2011 e il 2014”.
Dinanzi a questo scenario apocalittico sono sempre più convinto della necessità di inserire nello statuto regionale “il principio di equità generazionale”, come da me proposto.
Infatti a fronte di un elevato tasso di disoccupazione giovanile, accompagnato da un tardivo ingresso nel mercato del lavoro, a cui si contrappone un crescente numero di pensionati in una società che invecchia rapidamente, l’ applicazione del principio di equità generazionale comporterebbe la regolamentazione dei sistemi di welfare tra giovani e anziani, e la regolamentazione della distribuzione dei posti di lavoro e il relativo trattamento economico e normativo.
La speranza del futuro passa per il patto generazionale!!!