FILIERA BUFALINA: SETTORE A RISCHIO, REGIONE ESCA DA CONTRADDIZIONI

FILIERA BUFALINA: SETTORE A RISCHIO, REGIONE ESCA DA CONTRADDIZIONI
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Trovo quanto meno contraddittorio che un governo regionale da un lato ammetta che diminuiscono le imprese di allevamento delle bufale in Campania, che intanto aumenta il numero dei capi bufalini abbattuti per sospetta brucellosi e dall’altro asserisce che non vi sia affatto in corso un processo di depauperamento del settore in Campania.
Se aumenta il numero dei capi abbattuti  perché si è passati nel giro di qualche anno dall’8 per cento dei casi di sospetta brucellosi ad una incidenza di quasi il 10 per cento sul totale vuol dire che se non vi è una vera e propria epidemia poco ci manca e che una campagna di vaccinazione, che la Regione sostiene non si debba attuare, sarebbe più che giustificata volendosi attenere ai regolamenti europei.
Quanto ai protocolli diagnostici della brucellosi, che il governo regionale segnala come affidabili perché validati dal ministero competente ricordiamo che la stessa validazione andrebbe data anche e soprattutto dagli organismi dell’Unione Europea.
Infine, in tema di indennizzo agli allevatori per compensare le perdite dei capi abbattuti tutto si può dire fuorché sia equo: il valore del capo bufalino viene infatti calcolato sulla scorta delle indicazioni di un bollettino Ismea che tutto fa fuorché rendere giustizia a quello reale di mercato.
Ce n’è insomma abbastanza   per un serio approfondimento, come chiedono gli operatori del settore, allevatori e produttori di latte e mozzarella dop, ed anche gli amministratori locali, soprattutto del Casertano.

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